Fondovalle | Le ragioni di una ricerca
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Fondovalle | Le ragioni di una ricerca

Fondovalle | Le ragioni di una ricerca, testo di Serena Marchionni

Ikonemi, per il suo primo anno di vita, ha potuto contare su un minuscolo comitato scientifico composto da sole due persone, me, dottoressa in storia dell’arte e Daniele Cinciripini, fotografo, docente universitario e foto editor. Abitiamo in due cittadine marchigiane lungo la costa, e dopo aver fotografato territori lontani o comunque diversi dal luogo d’origine abbiamo deciso di osservare il nostro paesaggio ordinario e quotidiano. Per farlo abbiamo risalito la linea del fiume, spostandoci verso l’entroterra, a cercare quella radice ideale e sconosciuta del paese che abitiamo. L’obiettivo era quello di comprendere di più come siamo fatti e conoscere la terra che ci circonda. Fin dal principio eravamo consci che gli strumenti in nostro possesso non sarebbero stati sufficienti per capire ciò che ci si apriva sotto gli occhi, per questo abbiamo pensato di creare: fondovalle l’indagine multidisciplinare. Un’occasione di confronto e approfondimento sia culturale che fotografico, attraverso la quale abbiamo coinvolto fotografi, architetti, urbanisti, storici per fornirci degli strumenti necessari a tale esplorazione. Fondovalle nasce come un’indagine prima fotografica e poi multidisciplinare, perché intendiamo l’immagine fotografica, con tutte le sue peculiari ambiguità, uno straordinario campo d’azione, in cui la trasparenza e la materialità dell’immagine entrano in contatto con il fruitore, la sua cultura ed il contesto d’uso.

Le fotografie del progetto Fondovalle appaiono nate nel segno della soglia museale in quanto destinate ad essere esposte come opere, ma esse non sono state realizzate per essere solo delle “vedute” e appartenere perciò ad uno spazio discorsivo estetico. Il fine che ci siamo posti era quello di complicare i bordi dello spazio espositivo, allargarli per costituire uno spazio discorsivo di confine, un ponte tra discipline e fruitori diversi. Creare questo corpus consistente d’immagini ci è sembrato il pretesto ideale per intraprendere un percorso, non solo estetico, per l’interpretazione e la scoperta del paesaggio. Il simposio e la lettura incrociata delle immagini che propone, la mostra e le relative visite guidate (tenute da autori e curatori) ed infine i percorsi, delle passeggiate fotografiche aperte ai visitatori dell’esposizione, realizzate per riconnettere la fase di ripresa e percezione del reale a quella di decodifica delle rappresentazioni in mostra, sono le modalità di apertura e messa in discussione dello spazio discorsivo estetico normalmente attribuito all’immagine, per approfondire le caratteristiche e le causalità del linguaggio visuale e conoscere direttamente alcuni degli aspetti peculiari del paesaggio di fondovalle.

Siamo consapevoli che la fotografia fin dalle sue origini, forse in maniera ancora più maliziosa della cartografia, ha nutrito il sogno della possibilità di appropriarsi dell’apparenza del mondo. Essa è ancora oggi considerata come un naturale documento della vita del mondo  e l’accumularsi di fotografie nell’archivio fa erroneamente credere che sia sufficiente l’accumulo, e magari il maggior accumulo possibile, per raccontarne la storia. Per noi che abbiamo definito il paesaggio contemporaneo ed ordinario come oggetto di rappresentazione è chiaro il contrario, la fotografia non è naturalmente un documento, anche nel caso in cui fosse lo stesso fotografo ad intenderla come documentaria. La fotografia piuttosto è uno strumento d’interpretazione e creazione del reale, lo specchio, più o meno fedele, della percezione del mondo esterno.  Il fine dell’indagine perciò non è stato quello di generare documenti che certificassero una memoria del fondovalle del Tronto, al contrario l’obiettivo è stato quello di stimolare la creazione di pensieri per immagini, un invito ai fotografi così come ai fruitori a guardare le cose e le loro relazioni messe in opera dalla percezione fotografica.

Sul versante opposto si trova il rappresentato: il fondovalle del Tronto. Il paesaggio riflette le condizioni che lo hanno generato. Un paesaggio, quello del fondovalle del Tronto, complesso e non univocamente interpretabile per via della grande varietà delle morfologie insediative che lo caratterizzano. Esso appare come un insieme, abitativo, agricolo ed industriale a prima vista caotico e informe. In verità l’organicità di tale territorio si schiude solo ad uno sguardo più lento e attento alle relazioni fra le cose, alla dimensione quotidiana del vivere gli spazi urbani e produttivi; solo allora l’insieme diventa organico, solo se interpretato attraverso la dimensione storica e temporale, come il risultato delle vicende e necessità di chi ha abitato tale territorio.

Il fondovalle del Tronto rappresenta un particolare tipo di periferia italiana, mai univoca ed omogenea, che racchiude in sé le difformi stratificazioni della storia dall’antichità al presente. Il fondovalle del Tronto risulta popolato fin dall’antichità, ma è a partire dalla seconda metà del secolo scorso che muta radicalmente il modo di abitare questo territorio, infatti le abitazioni iniziano a concentrarsi ed affacciarsi ai margini delle reti viarie, quali la salaria e la ferrovia, e del fiume, determinando un assetto urbano tipico e riconoscibile.

Abbiamo invitato i fotografi che hanno preso parte all’indagine fotografica di fondovalle a prestare attenzione ai bordi vecchi e nuovi che hanno indirizzato lo sviluppo della struttura del territorio, invitandoli ad attraversare le reti viarie a cui gli insediamenti appaiono addossati. Durante tutta l’esplorazione abbiamo incoraggiato i partecipanti a guardare le cose senza valutarle e a non evadere la realtà, a superare la cattiva fama dell’immagine fotografica come ricalco e documento e a restituire la loro, personale, struttura immaginaria di quel reale, il tracciato delle loro percezioni di attraversamento.

Il corpus di fotografie che ad oggi compone fondovalle è stato creato incrociando gli sguardi di autori diversi per provenienza poetica e formazione. Ognuno di loro ha tracciato sulla mappa un ideale percorso da seguire, tra l’area urbana ed il bordo del fiume, per saggiare ad uno ad uno tutti gli strati del mosaico di fondovalle. Osservando queste immagini viviamo in un luogo abitato dal tempo, un palinsesto di mondi affacciati l’uno sull’altro, ne risulta un silenzio immanente in cui ciascuno strato prende, forse per la prima volta, evidenza e dignità nell’essere periferia.

I risultati dell’indagine fotografica sono la dimostrazione tangibile che l’atto di visione è un prendere parte, un essere profondamente coinvolti con ciò che si ha davanti, e la fotografia, in quanto registrazione di tale percezione, è un atto di testimonianza e di presenza in quel reale.

Serena Marchionni, dottoressa in storia dell’arte. Fondatrice e curatrice di Ikonemi, centro indipendente fotografia ed immagini di paesaggio; collabora da  tre anni con Daniele Cinciripini in qualità di sua assistente.

Fondovalle, è un’ indagine fotografica e multidisciplinare della Valle del Tronto a cura di Daniele Cinciripini e Serena Marchionni  Fondovalle è un progetto d’esplorazione territoriale attraverso la fotografia, quale medium di riferimento per l’elaborazione e la condivisione di un’ampia gamma di contributi multidisciplinari sul tema del paesaggio. Fondovalle ha visto coinvolti i comuni di Monteprandone, Monsampolo e Spinetoli. I confini del territorio di ricerca fotografica sono stati idealmente compresi tra il letto del fiume Tronto e la strada Salaria; il fondovalle è un paesaggio complesso e stratificato, odierno nucleo della vita urbana e produttiva della vallata del Tronto.

I fotografi coinvolti nell’indagine sono: Alessandro Boccini, Maurizio Callegarin, Bruno Lambiase, Simone Letari, Simona Lunatici, Flavia Rossi, Dante Marcos Spurio.

Fondovalle è un progetto realizzato con il patrocinio della Provincia di Ascoli Piceno, e quello dei Comuni di Monteprandone, Monsampolo del Tronto e Spinetoli. Fondovalle è realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e con il patrocinio dell’ associazione Kult – Culture Visive, dell’associazione Luoghi Comuni e dell’associazione Ermo Colle.

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