Francesca Iovene
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Francesca Iovene

Elviro

Elviro è un nome proprio, toponimo di un luogo dell’anima o forse di un desiderio incessante di conoscenza e contatto. L’opera di Francesca presenta le frazioni, le case, le stanze e la loro continuità con i boschi, i pascoli, le mulattiere. La realtà abitata dall’autrice è composta come un gioco di differenze tra le cose che normalmente vengono pensate solo in termini di somiglianza e assimilate tra loro quale intreccio di ripetizioni. Attenta al singolare e al contingente della percezione, quella di Francesca è un’arte esplorativa che indaga tanto i luoghi quanto le diverse forme di relazione con essi. Ogni immagine è uno stato d’animo, un movimento interiore di ricerca di familiarità e prossimità con lo spazio che diventa “casa”.
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Francesca è una fotografa laureata in Architettura al Politecnico di Milano. Dopo gli studi decide di dedicarsi completamente alla fotografia urbana e di paesaggio, con una particolare attenzione l’intimità e all’atmosfera dei luoghi. Attualmente vive tra Berlino e Milano.
Ha vissuto un anno in Cile lavorando sulla sua tesi magistrale su un progetto sul Deserto di Atacama tuttora in corso, ha fotografato il Delta del Po con il centro di fotografia Ikonemi nel 2017 e prodotto un lavoro sulla Valle di Lozio (BS) durante la residenza artistica Falìa AIR nel 2018.
Francesca ha tenuto lectures sul suo lavoro in alcuni corsi di progettazione del Politecnico di Milano, ha esposto a Riaperture PhotoFestival Ferrara e contribuito con alcune immagini alla mostra Ricostruzioni alla Triennale di Milano. I suoi reportage d’architettura sono regolarmente pubblicati sulle maggiori piattaforme e riviste d’architettura e design.
È inoltre co-founder di Camerae Magazine, un progetto che racconta gli studi d’artista di tutto il mondo e di Scenario, un’agenzia di consulenza all’immagine e un archivio di narrazioni urbane e architettoniche.
Francesca si concentra istintivamente sulle atmosfere dello spazio per raccontare sensazioni, ricordi e esperienze del proprio vissuto, portando la realtà soggettiva in quella oggettiva, mettendo in scena la quotidianità così com’è conosciuta. La luce, gli oggetti e i fenomeni casuali unici o ricorrenti compongono le architetture e gli spazi in generale, rendendoli uguali a se stessi ma sempre diversi.

francescaiovene.com