Il termine prosōpōn deriva dal greco antico e vuol dire faccia o maschera. Nel teatro greco questa parola grazie agli attori incarnava un universo complesso di sentimenti ed emozioni interiori ed esteriori. Il volto fin dall’antichità ha rappresentato uno strumento di comunicazione e allo stesso tempo un enigma irrisolvibile. Ci ha insegnato quest’ultimo aspetto la storia delle arti figurative attraverso i generi del ritratto e dell’autoritratto, generi poi ampiamente affrontati dalla fotografia, sia del XIX secolo che del XX secolo. In particolar modo, per un fotografo di oggi esprimersi con coscienza nel ritratto e nell’autoritratto, all’epoca dei selfie e dei social, è divenuta operazione creativa densa di insidie e di problematiche creative.
Il laboratorio prosōpōn intende, attraverso un percorso didattico intensivo, recuperare una dimensione più profonda, articolata, riflessiva e problematica della rappresentazione del volto umano, accompagnando i partecipanti in un processo di studio e di pratica creativa che tiene presente le lezioni fondamentali dei grandi maestri della pittura, della fotografia e del cinema.
Il programma didattico, in tal senso, è composto da due sezioni parallele: una di carattere teorico, con approfondimenti non solo nel campo delle arti visive ma anche in quelli della filosofia e della psicoanalisi, che fornisca strumenti culturali adeguati a sviluppare una concezione personale del ritratto e/o dell’autoritratto, e una di carattere metodologico/pratico, grazie all’elaborazione di un lavoro fotografico personale sul tema del ritratto e dell’autoritratto che viene seguito e stimolato attraverso un lavoro di verifica continua.