LARA BACCHIEGA le distanze
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LARA BACCHIEGA

le distanze

Mi affascinano da sempre il paesaggio antropizzato e la tematica dell’abitare e cerco di affrontarli in maniera “silenziosa”, senza ricorrere alla presenza fisica dell’uomo ma cercando di raccontare i luoghi e gli aspetti antropologici a essi legati attraverso i minimi segni e le tracce che l’uomo vi lascia.
Il Polesine si è rivelato un territorio che si presta bene a questo tipo di investigazione: ad esempio, una cosa che mi ha colpito durante le prime esplorazioni è stata la presenza di lunghe strade sopra gli argini, che permettono una visione sopraelevata, insolita, dell’infinita pianura sottostante e dei complessi abitativi.
E queste lunghe strade sono quelle che ti accompagnano nella scoperta di questa terra, caratterizzata da ampie distanze, da piccoli centri isolati fra loro, circondati da campagne che si estendono a perdita d’occhio, in una dimensione sospesa e ovattata intensificata dalla nebbia frequente.

 

Bio

Laureata in Arti Visive allo IUAV di Venezia, si avvicina alla fotografia durante gli anni universitari, anche grazie alle lezioni di Guido Guidi. Nello stesso anno viene selezionata per partecipare alla 98ma Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Nel 2016 prende parte al progetto Lacuna/e, che si proponeva di indagare le ex aree industriali della laguna veneziana ora trasformate in edilizia residenziale: l’esperienza si conclude con una mostra collettiva e nella pubblicazione di un photobook. Ha frequentato workshop a Treviso, ad esempio con Francesco Radino e Gianpaolo Arena, e partecipato alla collettiva “Esplorazioni del parco del Sile” presso la Galleria SP3, risultato del laboratorio di Marco Zanta. Nel 2017 ha esposto il progetto “Sleeping town” allo Spazio Tadini a Milano e preso parte all’indagine fotografica Arcipelago-polesine promossa da Ikonemi.
Alcune sue fotografie sono state pubblicate in magazine online, come Domus, Positive magazine, Artwort e New Landscape Photography.

 

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